Una vacanza intensa  
                Agosto 2010 
                  
              Questo può essere, in estrema sintesi, quanto ho trascorso  con Luca a fine agosto! 
              Luca Bruno ho avuto l’occasione di conoscerlo in Costiera  Amalfitana, durante il mitico primo corso di arampicata che abbiamo tenuto per  il CAI di Salerno nel maggio 2007. Tenacia e determinazione erano facilmente  riscontrabili in lui, ma non pensavo che il tarlo della montagna lo portasse a  dimenticare il culturismo e prepararsi in maniera specifica all’arrampicata e  all’alta montagna. 
              Nei nostri piani c’erano anche la Dufour ed il Cervino, ma  si sa che la montagna non sempre ci lascia fare quanto programmato; la  perturbazione che, in particolare, ha interessato le montagne prima del nostro  appuntamento, ha reso impraticabili queste montagne. Nessun problema:  l’allenamento del mio compagno ci ha permesso di cambiare piani senza diminuire  il tiro!! 
                
              Valle di Champorcher – Bec Raty 
              via “Ex Art. 18”; 250m, TD / 6a+ ( 5c obbl. ) 
              È lunedì mattino quando ci troviamo al bar della stazione  di Chatillon. Certo il caffè non è quello della Costiera, ma può andare bene  comunque per svegliarci del tutto e preparare i piani; oggi è l’unico giorno  con meteo incerta sui confini. In questi casi, la valle di Champorcher è spesso  un’oasi di salvezza. Il Bec Raty, inoltre, è molto più simile ad una salita di  montagna che ad una semplice via moderna… la scelta è fatta, e si rivelerà  vincente. Durante l’avvicinamento riusciamo infatti a vedere la tempesta di  vento che interessa il Monte Rosa, ma noi riusciamo a stare al sole praticamente  tutto il giorno. La via si svolge senza intoppi, compreso il tiro duro di una  variante nella parte alta…bravo Luca!!!  
              Davanti alla birra pomeridiana verifichiamo la meteo e  prenotiamo il rif. Mantova per la sera successiva. L’appuntamento è a Gressoney  per il mattino del giorno successivo. 
              Punta Giordani 4046 m – Piramid Vincent 4215 m: cresta del  Soldato 
              Bisogna dirlo: la nuova funivia di Punta Indren sarà anche esteticamente  brutta… ma in quanto a comodità è impagabile! È così che alle 9.30 stiamo già  camminando verso la vecchia stazione, dalla quale si vede bene il nostro  itinerario: la Cresta del Soldato. Luca è davvero ben allenato: nonostante lo  sbalzo di quota riusciamo velocemente a portarci sulle rocce che costituiscono  l’attacco della nostra via. Saliamo rapidi tutta la prima parte, cercando di  tenerci sul filo per trovare i piccoli salti divertenti e di roccia buona. È  così che, dopo due ore, siamo in cima alla Giordani. Scattiamo due foto… poi  guardiamo a valle, lungo il percorso della via normale… ma la tentazione è  troppo forte, così torniamo a guardare in su; il tratto tra la Giordani è la  Vincent è relativamente corto, ma sicuramente più impegnativo della prima  parte. Ne parlo con Luca, che non ha esitazioni: si continua!! Altre due ore di  scalata, ma l’emozione di arrivare sulla Vincent nella calda luce del  pomeriggio inoltrato è unica! 
              Ludwigshöhe (cresta Ovest) 4342 m e Balmenhorn 4167 m 
              Purtoppo la quota del rifugio non ha permesso a Luca di  riposare molto bene. Avevamo pensato a diversi giri per raccogliere altri 4000,  ma alle 4.30, dopo colazione, dobbiamo tornare a letto. Un gran male alla testa  impedisce al mio compagno di muovere un solo passo. Stavo già meditando qualche  piano alternativo in bassa quota quando Luca mi stupisce: si parte! Alle 8.00  calziamo i ramponi; direzione: si vedrà… 
              Sono veramente stupito dalla sua tenacia: un passo dopo  l’altro, senza fermarci troppo, raggiungiamo le rocce del Cristo delle Vette.  Di nuovo la tentazione di fermarsi qui è grande, ma la bella sagoma della Ludwigshöhe  ci sprona a continuare. Riusciamo a percorrere la bella cresta Ovest senza  nessuno, e riusciamo a goderci la cima in solitudine… bene! In discesa, anche  per riposarci un po’, saliamo il Balmenhorn e ci fermiamo un po’ al bivacco.  Effettuate alcune riprese con la sua video camere scendiamo senza fretta. 
              Castore (cresta Est) 4228 m 
              Dopo una rapida discesa, davanti alla birra, ci rianimiamo e  possiamo organizzarci per i due giorni successivi. Avremo anche potuto pensare  di cambiare zona, ma volevo ancora far conoscere a Luca quella parte del Monte  Rosa che gli manca, cioè i 4000 alla testata della Valle d’Ayas. E’ così che  decidiamo, di comune accordo, di rimanere in zona e di salire al rif. Q.Sella  il giorno successivo: la nostra mèta sarà il Castore, fatto dalla magnifica  cresta est, un itinerario non difficile ma estetico e piuttosto delicato, viste  le condizioni della cresta particolarmente affilata. 
              La salita al rifugio avviene su un comodo sentiero che  termina sullo spartiacque tra valle d’Ayas e valle di Gressoney, dove comincia  un sentiero ben attrezzato ma molto esposto. Arriviamo nel tardo pomeriggio,  giusto in tempo per l’aperitivo e per vedere, subito dopo cena, un meraviglioso  tramonto che accende di rosso il gruppo del Monte Bianco. 
              La salita alla cima è rapida e senza intoppi:  ormai la cordata è affiatata, e Luca non ha più problemi con la quota. La  cresta finale è bella e davvero aerea: sull’ultimo tratto riusciamo anche a  girare un breve filmato!! 
              Con un ottimo pranzo si conclude la nostra settimana… grazie  Luca per l’entusiasmo e la tenacia dimostrata… e arrivederci in Costiera  Amalfitana!! 
                
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